A cura di Monica Bosaro, Ilaria Gentilini e Francesca Valenzano.
Conversazione con gli artisti Cesare Pietroiusti, Emilio Fantin e Giancarlo Norese sulla pratica del “dono” nella Biennale di Venezia.
Mercoledì 20 Novembre ore 18.30
Spazio METRICUBI. Campiello delle Erbe 2003, S.Polo, Venezia
Ingresso libero
Il dono è spesso importante per instaurare e mantenere relazioni nella società e, secondo la teoria di Marcel Mauss, sopravvive grazie al contraccambio. Gli artisti che scelgono di donare oggetti, esperienza particolari o lo spazio stesso in un contesto come la Biennale di Venezia, cosa ricevono in cambio? Se nel triangolo donare-ricevere-contraccambiare (della teoria maussiana) viene a mancare l'ultimo elemento, si può ancora parlare di dono? Oppure, se il contraccambio esiste, in cosa consiste?
A partire da questi interrogativi, nati durante il progetto di ricerca di Monica Bosaro, Ilaria Gentilini e Francesca Valenzano, con questo incontro si dialogherà con gli artisti Cesare Pietroiusti, Emilio Fantin e Giancarlo Norese, lasciando spazio ai loro racconti e alla descrizione dell'intreccio che si crea con il pubblico e lo spazio in cui si decide di agire, facendo riferimento alle opere che sono state da loro pensate per la Biennale di Venezia e raccolte nell'Archivio dei Doni degli artisti nelle Biennali di Venezia.
PROGRAMMA
- Presentazione del progetto
L’Archivio dei Doni degli artisti nelle Biennali di Venezia è una ricerca aperta e in progress, avviata nel 2012 da Monica Bosaro, Ilaria Gentilini e Francesca Valenzano con la finalità di raccogliere la memoria di un particolare processo artistico che ha caratterizzato trasversalmente ogni edizione della Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia: la pratica del dono come fulcro dell’opera d’arte. L’archivio ha preso forma cartacea in occasione di due momenti espositivi, presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2012) e Viafarini a Milano (2013). Attualmente, aggiornato all’ultima edizione della Biennale, raccoglie più di cento opere. Chiunque potrà, durante l’incontro
oppure scrivendo all’indirizzo donidegliartisti (at) gmail (dot) com, arricchire la ricerca grazie alla propria memoria.
- L'esperienza del dono. Dialogo con gli artisti Cesare Pietroiusti, Emilio Fantin e Giancarlo Norese sulla loro pratica e sulle opere realizzate in occasione della Biennale di Venezia.
Negli ultimi decenni le definizioni di artista e pubblico sono cambiate, evolvendosi in modi differenti e, talvolta, inaspettati. Se il confine tra autore e pubblico si assottiglia e la nascita di pratiche artistiche come quella relazionale si diffonde in maniera sempre più frequente, qual è lo spirito con cui artisti di vario genere e provenienza pensano ad un progetto che si sviluppa su dinamiche di questo tipo? Qual è il loro percorso, la loro spinta pionieristica? A fronte di esperienze che lasciano al pubblico (sconosciuto) il completamento dell'opera, una parte dell'opera stessa o una partecipazione determinante, come viene gestito il possibile fallimento? La percezione può essere fraintesa e può non seguire le aspettative del pensiero dell'artista ma nonostante ciò la conclusione, se di conclusione si può parlare, viene donata al pubblico.
Gli artisti Pietroiusti, Fantin e Norese si confronteranno sulla loro comune pratica artistica, basata sulla pratica del dono o dello scambio, attraverso la presentazione di alcuni lavori che prevedevano questo tipo di esperienza partecipativa all'interno della Biennale di Venezia.
- Donare lo spazio. Il caso “Oreste alla Biennale”.
Accoglienza, ospitalità, invito. Queste sono le parole più adatte per descrivere la possibilità di usufruire di uno spazio senza la necessità di restituire qualcosa in cambio. Un dono, quindi, ci rende grati, in qualsiasi contesto. Il dono è spesso importante per instaurare e mantenere relazioni nella società. Ma se pensassimo alla teoria del dono di M. Mauss, secondo cui il dono prevede un contraccambio, chi dona lo spazio in un contesto come la Biennale di Venezia, cosa riceve in cambio? È possibile restituire il dono nel contesto Biennale? Se sì, come? O il dono essendo disinteressato non prevede una restituzione? “Il dono, costruisce i legami e pertanto getta le basi della società, ma la sua esasperazione può arrivare a mettere in moto un processo opposto” (cit. M. Mauss, Saggio sul dono, 1923, Einaudi, 2002, Torino). Il dono dello spazio può avere un punto di vista “negativo” o “ambiguo”? La funzione del dono nello spazio diventa solo una funzione sociale? Lo spazio come dono nel contesto Biennale, nasce solitamente come transitorio, perciò un dono “momentaneo” può essere definito dono?
Seguendo questa costellazione di interrogativi, il dialogo continuerà con gli artisti Pietroiusti, Fantin e Norese sul progetto “Oreste alla Biennale”, del quale sono stati entrambi protagonisti, per spostare la riflessione sulle forme di “dono dello spazio”. “Oreste” è un insieme variabile di persone, in prevalenza artisti italiani, che dal 1997 ha lavorato per “creare spazi di libertà e operatività per idee, invenzioni, progetti”. Invitato alla 48ma Biennale di Venezia nel 1999, il progetto “Oreste” ha contribuito a creare relazioni con artisti, gruppi e associazioni mettendo a disposizione i propri spazi all’interno del Padiglione Italiano. La pratica del dono si “spazi di condivisione” con il pubblico, inaugurata in modo strutturato all'interno della Biennale dal caso “Oreste”, viene proposta dagli artisti in tutte le edizioni seguenti, inclusa quest'ultima del 2013, come nel caso del Padiglione della Gran Bretagna o il Padiglione Iraq.
INFO E CONTATTI: donidegliartisti (at) gmail (dot) com
L’iniziativa è realizzata con il contributo del senato degli studenti dell’Università Iuav di Venezia in collaborazione con lo Spazio Metricubi.
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